Un modo per diventare un famoso intellettuale francese è adottare una tesi assurda ed essere il primo a scrivere un libro intero sviluppandola. Con questo criterio, Kepel eccelle, perché nutre l'assurda idea che l'Islam militante sia in declino e riesce a riempire 376 pagine (436 nella traduzione italiana N.d.T.) con esempi e argomenti che in modo credibile corroborano questa idea. La sua unica pecca è una certa mancanza di originalità poiché uno dei suoi colleghi, Olivier Roy, ha giocato d'anticipo pubblicando L'Echec de l'Islam politique nel 1992. Va notato che entrambi gli studiosi, in Francia, sono idoleggiati e assai autorevoli. (Di contro, la cosa migliore che abbiano potuto scrivere gli americani è un articoletto di uno sconosciuto docente universitario.)
La differenza tra Kepel e Roy sta nel fatto che il secondo fa una distinzione tra le due correnti quasi identiche di Islam militante (che chiama islamismo e neofondamentalismo), mentre Kepel trova una premessa sociologica per ricusare l'Islam militante. Quest'ultimo se l'è cavata bene negli anni Ottanta, ma è caduto a pezzi negli anni Novanta per l'incapacità degli islamisti di mantenere intatta l'alleanza stretta tra i giovani poveri delle città e la pia classe media.
Alla domanda che ne pensasse dell'11 settembre 2001, Kepel replica con disinvoltura che si è trattato di una "provocazione" che non fa altro che confermare il "declino" dell'Islam militante. In effetti, non è stato nient'altro che "un tentativo di invertire un processo in declino, con un parossismo di violenza distruttiva".
Oltre a essere una tesi che sfida la realtà, Kepel scrive anche una serie di fandonie talmente grosse che – se non fosse stato un famoso intellettuale francese – probabilmente avrebbero rovinato la sua carriera. Ecco alcuni strafalcioni tratti dall'introduzione: lui ritiene che l'intero decennio degli anni Ottanta abbia "fatto passare in secondo piano la lotta furiosa tra la monarchia saudita e l'Iran di Khomeini" (dimenticando un piccolo episodio chiamato guerra tra l'Iran e l'Iraq); attribuisce a torto al governo Usa l'obiettivo di fornire aiuti agli afgani negli anni Ottanta per accelerare il crollo dell'Unione Sovietica (l'obiettivo era molto più limitato e difensivo); Kepel pensa che l'umma sia un gruppo la cui condotta è regolata dalle leggi islamiche (l'umma è l'insieme o la comunità di tutti i musulmani ma lui intendeva riferirsi al Dar al-Islam); e in qualche modo l'autore non riesce a trovare traccia di un sostegno attivo nel mondo musulmano agli obiettivi a lungo termine di al-Qaeda (al che ci si potrebbe chiedere dove Kepel si nascondesse a settembre e a ottobre del 2001).