Suona inverosimile, ma il quotidiano Aftenposten basandosi su una nuova statistica potrebbe tener d'occhio una nuova tendenza secondo la quale in Europa sempre meno musulmani frequentano le moschee. Qui di seguito, come riportato da "Islam in Europe" alcuni frammenti:
Da decenni il numero di coloro che si recano in chiesa è fortemente diminuito, ma adesso c'è anche parecchio spazio nelle moschee di tutta Europa. Recenti dati raccolti dall'esauriente European Social Survey (ESS) mostrano che il numero degli immigrati musulmani che frequentano assiduamente le moschee è in forte calo, una volta che essi risiedono per qualche tempo nella nuova patria d'adozione.
Le cifre dell'ESS, pubblicate per la prima volta in Europa da Aftenposten mostrano che il 60,5 per cento degli immigrati musulmani che vivono da meno di un anno in Europa si recano in moschea con una certa regolarità. Ma dopo che essi hanno vissuto per più di un anno nella loro nuova patria d'azione le percentuali calano al 48,8 per cento. Più della metà di essi raramente o mai si recano nelle moschee a pregare.
"In tutti i Paesi europei ci accorgiamo che gli immigrati musulmani sono integrati e si adattano alla nuova società. Di conseguenza essi diventano meno religiosi e abiurano la tradizionale pratica religiosa seguita dai loro genitori nella terra d'origine. Diventano più laici", dice il famoso sociologo finlandese Heikki Ervasti dell'Università di Turku.
Ervasti, che ha analizzato le cifre dell'ESS, sottolinea che ciò non accade rapidamente. "Per questo processo di laicizzazione ci vorranno generazioni, e per gli individui i cambiamenti non sono così plateali. Anche questo non accade velocemente, è una chiara tendenza", dice Ervasti, che asserisce che questo stesso sviluppo si verifica anche fra immigrati di altre fedi religiose (…) [Egli] fa rilevare che il processo di secolarizzazione fra immigrati musulmani inizia subito dopo il loro arrivo in Europa, e secondo lui è sorprendente". Già dopo un anno che vivono nella nuova patria di adozione, essi sono palesemente meno religiosi. "Si integrano nel nostro modo di vivere; diventano più istruiti e più individualisti", spiega Ervasti.
Egli fa notare che gli immigrati – come tutti gli altri – cercano più soluzioni personali per affrontare tutto ciò che accade nella vita e questo vale anche per la religione. Nei loro paesi di provenienza la religione è molto più un fatto collettivo e unisce la gente; ma in Europa la religione diventa molto personale e privata.
Naturalmente, c'è una tendenza verso una maggiore religiosità. Ervasti osserva che ciò:
"Rallenta il ritmo del processo di laicizzazione, e si verifica come una reazione ad esso. Alcuni immigrati, e in particolare coloro che non riescono a integrarsi, sono irritati dalla laicizzazione. Sono più interessati a enfatizzare la loro cultura e la loro religione". Dopo che gli immigrati risiedono in Europa per cinque anni, il calo delle frequenze nelle moschee si appiattisce. Ervasti lo descrive come un effetto dell'invecchiamento. "Gli immigrati che risiedono da più tempo in Europa sono in media più anziani. Quando la gente invecchia, diventa anche più religiosa. È ben documentato".
Una ricerca effettuata dalla Utrecht University mostra che i giovani musulmani olandesi sono molto meno religiosi rispetto ai loro genitori. Si recano con minor frequenza in moschea e pregano meno, tant'è che i ricercatori pensano che ciò sia dovuto al fatto che essi crescono in una società laica. Allo stesso tempo, una larga maggioranza in tutte le fasce d'età dice di essere credente, ma sempre più affermano di essere atei.
Un altro ampio studio condotto da Statistics Netherlands (CBS), l'istituto nazionale di statistica olandese, mostra che sempre più musulmani olandesi non si recano in moschea. Il numero dei musulmani che vanno in moschea almeno una volta al mese è calato del 12 per cento negli ultimi dieci anni, ed è passato dal 47 per cento di dieci anni fa al 35 per cento di oggi. Lo scorso anno più della metà dei musulmani olandesi si è recata di rado o mai a pregare in moschea, mentre solo un quarto l'ha frequentata con regolarità. Il 34 per cento degli uomini vi si reca settimanalmente, mentre lo fa solo il 14 per cento delle donne.
Secondo Jan Latten, studioso di statistica demografica per il CBS e docente di demografia all'Università di Amsterdam, i credenti hanno bisogno di istituzioni – come le moschee – meno che in passato. "La religione sta diventando sempre più una questione privata. Si tratta di una tendenza generale che adesso riguarda anche la comunità musulmana", egli dice ad Aftenposten.
Commento: Come suggerisce questo commento finale, non è chiaro come la religiosità sia collegata alla frequentazione delle moschee.