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In apparenza, questo Festschrift (volume di scritti redatto per celebrare o ricordare uno studioso, un accademico o un professore universitario ancora in vita, N.d.T.) è tanto convenzionale quanto pregevole. Studenti, colleghi e una casa editrice universitaria di prestigio celebrano un prolifico e influente studioso che ha spento le sue 80 candeline con un ponderoso volume di saggi originali relativi al suo permanente argomento di interesse.
Ma a un esame più attento l'apparato va in frantumi. Il titolo allude alla più grande truffa intellettuale della generazione: l'affermazione che gli studiosi occidentali del Medio Oriente servissero da ingranaggi nelle macchine imperialiste. Il festeggiato studioso ha scritto decine di libri in cui chiede scusa per l'ideologia totalitaria, l'islamismo, pur avendo aperto un centro accademico finanziato e intitolato a un famigerato sostenitore di quella stessa ideologia. La curatrice del volume si crogiola in una posizione accademica che prende il nome da uno dei leader politici più attivi che promuovono quella stessa ideologia.
In altre parole, Overcoming Orientalism (Superare l'orientalismo) rappresenta un ingranaggio (per così dire) nella grande frode del mondo accademico americano post-1978, corrotto nei suoi scopi, disonesto nelle sue idee e dannoso nel suo impatto. Piuttosto che sostenere questa posizione per tutti e dodici i saggi, concentriamoci su un capitolo campione, titolato "Com'è islamico l'ISIS" di Soheil H. Hashmi, professore di Relazioni internazionali presso l'Alumnae Foundation e professore di Politica al Mount Holyoke College.
Nel 2014, quando l'ISIS era al suo apice, ogni individuo senziente sapeva che l'organizzazione aveva adottato pratiche islamiche estreme, applicava la Shari'a nella versione medievale e cercava di espandere il suo califfato in tutto il mondo. Alcuni specialisti, come Graeme Wood e il sottoscritto, autore di questa recensione, hanno approfondito tale argomento. Ma a Hashmi, come si suol dire, è sfuggito il promemoria. Per lui, vedere l'ISIS come islamico è "grottesco". A suo avviso, "l'ISIS è innanzitutto una setta. Non è un movimento sociale né un movimento riformista, e nemmeno un gruppo di insorti o di ribelli". L'ISIS "si è collocato ben al di fuori" de "l'ampio consenso interpretativo" sull'Islam.
Affinché non si pensi che questa linea di pensiero sia scomparsa innocuamente nel nulla, è opportuno ricordare che una serie di importanti leader politici, tra cui Tony Blair e Barack Obama, hanno fatto eco a quest'assurdità secondo cui l'ISIS "non è islamico", portando a politiche sbagliate, alla distruzione della proprietà, al ritorno della schiavitù e seminando morte.
Tale è l'eredità di John L. Esposito, perpetuata da questa brigata di pseudo-studiosi.