Basata sui materiali tratti dal volume Keesing's Record of World Events, la Guida fa un'indagine sui movimenti e i partiti di opposizione "diversi da quelli legali" che hanno a che fare con 166 Stati. Come osserva il curatore, la maggior parte dei movimenti rivoluzionari ha fallito, soprattutto i gruppi di estrema sinistra in Europa Occidentale e in America Latina.
Naturalmente, c'è una certa arbitrarietà riguardo ai gruppi elencati e allo spazio assegnato a ognuno di essi, ma c'è un certo interesse per i risultati quantitativi di questo bel sondaggio. Fra gli Stati che non devono far fronte a movimenti dissidenti o rivoluzionari, ci sono l'Islanda, la Norvegia e la Nuova Zelanda, e s'intuisce l'esattezza di questa valutazione. Ma nella maggior parte dei casi, l'assenza di gruppi denota solo un'inadeguatezza delle categorie e un'insufficienza di informazioni, e non una forma di governo pacifica: questo riguarda la Mongolia, il Qatar, il Ciskei, il Bophuthatswana, lo Swaziland, il Botswana, lo Zambia, il Burundi, il Rwanda, il Mali, la Guinea, il Belize e l'Uruguay. È altresì interessante notare come molti degli Stati apparentemente non-rivoluzionari siano isole come le Fiji, le Samoa Occidentali, Nauru, le Kiribati, le Mauritius, le Maldive, il Madagascar, Cipro, Malta, l'Irlanda, Granada, le Barbados, le Bahamas, Antigua e Barbuda, Trinidad e Tobago, Saint Christopher e Nevis, Santa Lucia, la Giamaica e Haiti. All'altra estremità dello spettro, i movimenti antigovernativi in India, Cecoslovacchia, Regno Unito ed El Salvador riempiono 9 pagine ciascuno. Una maggiore attenzione è dedicata ai movimenti presenti in Polonia (11 pagine), Libano (13 pagine), Francia (14 pagine) e Israele (21 pagine).