Da oltre vent'anni il termine "orientalista" è considerato un insulto nell'ambiente accademico, designando una persona che fa delle ipotesi faziose sul mondo non occidentale. Ma quando si tratta di manifesti, a giudicare da questa raccolta voluta da un uomo d'affari marocchino, ci sono pochi termini che sono più piacevoli di "orientalista". La raccolta è quasi interamente composta da manifesti francesi e inizia con delle litografie colorate che risalgono agli inizi dell'ultimo decennio del XIX secolo, quando le compagnie di navigazione francesi cominciarono ad attraversare il Mediterraneo e cercavano viaggiatori per riempire le loro cuccette. Promettendo ai loro passeggeri la traversata del mare in ventiquattro ore, essi raffiguravano un Nord Africa irresistibilmente romantico, pieno di case imbiancate a calce, di ragazze avvenenti, di alte palme, di affascinanti forme architettoniche, di verdi campi da golf e di cibi che sembravano invitanti. Gli ultimi manifesti risalgono agli inizi degli anni Sessanta. Da sempre, minareti e cammelli sono le immagini più comuni. Allora come oggi, i lunghi inverni grigi dell'Europa del Nord inducono a porre l'accento sul soleggiato Nord Africa. Alcuni dei manifesti di Slaoui vanno oltre l'Africa del Nord e il Medio Oriente. Una delle poche pubblicità in lingua inglese, dal 1931, invita il viaggiatore britannico a raggiungere Baghdad in soli otto giorni. Altri manifesti non pubblicizzano una vacanza, ma vendono tabacco, libri o sapone (Palmolive). Qualcuno, durante la Seconda guerra mondiale, dice persino ai nordafricani di "tacere", affinché i tedeschi non sappiano importanti segreti.
Va da sé che l'equivalente di oggi di questi manifesti illustra al meglio i loro soggetti, rendendo facile dimenticare i problemi che vanno dalla povertà all'islamismo. Ma nell'era del politicamente corretto, nessun manifesto oggi può rivolgersi a un occidentale e agire sulla sua sensibilità come fanno i poster contenuti in questa raccolta.