Il gruppo di accademici occidentali esperti di Asia centrale ha pubblicato un'antologia di scritti sull'Asia centrale riguardanti gli ultimi momenti vissuti dalla regione sotto il dominio di Mosca. Molti dei capitoli (quello di Nancy Lubin sulla demografia, di Boris Z. Rumer sull'economia, di Donald S. Carlisle e James Critchlow sulla politica dell'Uzbekistan) sintetizzano opportunamente i contenuti di studi più lunghi. Altri offrono nuove informazioni. Ronald Wixman scrive le sue impressioni di prima mano sulle relazioni fra gli slavi e i musulmani nelle città uzbeche e ciò che scopre è la continua reiterazione di schemi o modelli tipici del mondo musulmano. In altre parole, i loro rapporti sono molto simili a quelli non molto felici che intercorrono fra musulmani e non musulmani in Nigeria, Israele e in India. Azade-Ayse Rorlich documenta la fallita campagna volta a promuovere l'ateismo fra gli abitanti dell'Asia centrale, mentre Isabelle Kreindler si occupa degli sforzi paralleli per russificare la popolazione, arguendo che i tentativi di imporre il russo finirono per rafforzare una determinazione a non abbandonare le lingue tradizionali. Martha Brill Olcott espone le condizioni disastrose in cui versano le donne dell'Asia centrale. Fierman spiega che gli abitanti dell'Asia centrale non sono emigrati nelle fabbriche in Russia – a differenza dei loro omologhi turchi che in milioni si sono trasferiti in Germania – perché preferiscono vivere nella propria regione, anche se questo mantiene i loro redditi bassi.
In breve, a dir poco, "la trasformazione è fallita". Come in altre parti dell'Unione, il tocco sovietico nell'Asia centrale è stato irrilevante. L'antologia di Fierman funge da opportuna epigrafe. Da parte sua, la Wastview Press merita i complimenti per aver pubblicato nel corso degli anni questo e numerosi altri studi eccellenti sull'Asia Centrale.