Per molti anni, gli eserciti di Napoleone III dispiegarono circa 450 schiavi soldati a Veracruz, il porto di Città del Messico. Come in altri casi di schiavitù militare dell'emisfero occidentale (i reggimenti dell'India occidentale, un'unità britannica che è esistita tra il 1795 e il 1815), i sudanesi furono importati dall'Africa, nella speranza che essi sarebbero meglio sopravvissuti alle malattie tropicali che decimavano i soldati europei. In entrambi i casi, gli africani seppero realmente soddisfare queste aspettative.
La mescolanza di culture rappresentata da quest'avvenimento ha suscitato l'interesse di parecchi storici, pertanto esso non è un fenomeno sconosciuto. Hill e Hogg forniscono un resoconto particolarmente approfondito, anche se piatto, di questo interludio esotico, spiegando il suo contesto, esaminando in dettaglio i documenti della battaglia in Messico, e immaginando ciò che fece esattamente il battaglione. Gran parte della narrazione è bizzarra e interessante, ad esempio, la superiorità sudanese sulle truppe austriache e i loro festeggiamenti di nove giorni a Parigi a spese dell'imperatore. Gli autori valutano altresì l'impatto a lungo termine di questo fenomeno sul Sudan mostrando che i veterani del Messico, che impararono molto dal contatto prolungato avuto con le truppe francesi, salirono rapidamente di grado, per poi insegnare questi metodi ad altri.
Occorre notare che Hill, che ha studiato il Sudan per lunghissimo tempo, ha pubblicato questo volume all'età di 94 anni. L'autore è morto di recente nel marzo di quest'anno dopo aver compiuto 95 anni.