Katharine Beckett studia quasi cinque secoli, dall'ascesa di una politica islamica (622 d.C.) alla prima crociata (1096 d.C.), esaminando in dettaglio i frammenti e le tracce di conoscenze [sull'Islam] che ebbero gli inglesi, i contatti di questi ultimi con i musulmani e gli atteggiamenti verso di loro. I risultati sono molto interessanti.
Chi sapeva che il vescovo Giorgio di Ostia, un legato del papa in Inghilterra, nel 786 riferì al papa sui due sinodi ai quali aveva partecipato e incluse questo decreto: "Che nessun ecclesiastico osi consumare derrate alimentari in segreto, salvo che non sia gravemente malato, perché è ipocrisia e una pratica saracena"? O quella di Offa, sovrano di Mercia (una regione dell'Inghilterra centrale, a nord di Londra) che durante gli anni 757-796 aveva una moneta d'oro che riportava il suo nome, ora esposta al British Museum, che recava, come asserisce la Beckett, "un'iscrizione in arabo un po' abborracciata su ambedue le facce della moneta a imitazione di un dinaro islamico"?
Rimpolpando le reazioni dei secoli bui alla nuova fede, l'autrice stabilisce in modo molto utile la base primitiva dalla quale i popoli anglofoni ancor oggi traggono, alla fine, le loro opinioni. La Beckett parla dell'unico resoconto di un viaggiatore inglese in Medio Oriente che risale a quell'epoca (quella di Arculf); conta i dinari trovati in luoghi come Eastborne, St. Leonards-on-Sea, Londra, Oxford, Croydon e Bridgnorth; e inoltre somma le importazioni dal Medio Oriente, come il pepe, l'incenso e le ciotole di bronzo. L'autrice rileva che una "continua rete commerciale e diplomatica" ha collegato la cristianità occidentale ai paesi musulmani.
Per quanto riguarda gli atteggiamenti assunti, essi erano non soltanto disinformati ma anche costanti. Ma la Beckett osserva che le reazioni iniziali all'Islam furono modellate dagli scritti pre-islamici, soprattutto quelli di San Girolamo (340-420 d.C.) sugli arabi, i saraceni, gli ismaeliti e altri orientali. Questa influenza prolungata fu dovuta a una mancanza di curiosità da parte degli anglosassoni e di gran parte degli altri europei.
E per finire, una discordante nota contemporanea. Sgomenta il fatto di dover constatare che l'influenza di Edward Said è arrivata al punto che le sue teorie su come gli occidentali considerino i musulmani oramai toccano anche il periodo dell'alto Medioevo; e la Beckett dedica pagine intere alle sue teorie. Per fortuna, l'autrice ha "in qualche misura" la fiducia e l'onestà (nelle sue parole) [necessarie] per contestare quelle teorie.