La danza del ventre, come quasi ogni altra cosa, ha una storia; e come molte altre cose negli ultimi secoli, essa è stata profondamente influenzata dal contatto con l'Occidente. Lo stesso termine "danza del ventre", tradotto dal francese danse du ventre, è entrato nell'uso comune solo un secolo fa. Fin dal 1834, Muhammad 'Ali, governante dell'Egitto, bandì le ballerine (e le prostitute) del Cairo, nel vano tentativo di tenerle lontane dagli sguardi degli stranieri. Invano, perché le donne si spostarono nel sud dell'Egitto e così fecero i loro ammiratori stranieri, trasformando città come Esna, Luxor e Aswan in centri di una vivace vita notturna. Fino agli anni Venti, le danzatrici indossavano degli abiti semplici; il costume da cabaret costituito da "un reggiseno luccicante, una gonna a vita bassa di un tessuto molto leggero con spacchi laterali e la pancia scoperta (…) traeva in gran parte ispirazione da Hollywood". Alla fine del XIX secolo, poche danzatrici privilegiate fecero fortuna in Europa e negli Stati Uniti ed esibendosi in spettacoli in tutto il mondo; la più celebre, Little Egypt (in realtà una siriana) fece scalpore a Chicago nel 1893, anche perché in quell'occasione si sarebbe sollevata la gonna sopra il ginocchio sinistro. Little Egypt ebbe numerose emulatrici americane che in seguito si spostarono in Oriente, portando con loro le innovazioni della danza occidentale. Una danzatrice famosa si sarebbe esibita per Hitler e Mussolini. In questi ultimi anni, la scure della professionalizzazione si è abbattuta sulle danzatrici; in Egitto, la legge prevede che per ballare in pubblico una donna debba avere un diploma.
Van Nieuwkerk concentra l'attenzione sulla sociologia delle donne intrattenitrici; Buonaventura fornisce le immagini che vivificano l'analisi accademica. Nel complesso, due libri interessanti su un argomento molto piacevole.