La cronologia convenzionale sostiene che il mondo musulmano dal XIV secolo ha perso i fasti e gli splendori del periodo medievale e che questo declino si è protratto fino a raggiungere il fondo nel XVIII secolo. L'invasione di Napoleone dell'Egitto del 1798 ha segnato l'inizio dell'era moderna, definita come un'epoca d'intense relazioni con l'Occidente.
Delle recenti ricerche hanno mostrato i buchi di questo semplice schema, in particolare della parte riguardante il XVIII secolo. Il presente volume – un'impresa eccellente e assai originale – permetterà di accelerare il processo. I curatori sostengono che quando la ricerca storica si allontana dai confini degli argomenti militari e politici e riprende gli sviluppi sociali e religiosi, diventa chiaro che quella che un tempo sembrava essere un'epoca di puro declino era in realtà molto più complessa. Sì, gli imperi del Medio Oriente s'indebolirono e l'impoverimento era diffuso, ma ebberoluogo un fermento intellettuale e un'espansione religiosa di grande importanza. Si noti un solo esempio, i tratti fondamentalisti dei movimenti di riforma del XVIII secolo ebbero probabilmente molto a che fare con il tenore rigorista e puritano di così tanti movimenti di riforma dell'epoca moderna. Di conseguenza, i curatori hanno a giusto titolo eccepito che l'epoca che si colloca fra i vecchi fasti e l'esperienza moderna sia "esaminata come qualcosa di più di un semplice epilogo o di una premessa allo studio di un altro argomento".