La guerra del Libano che è iniziata nel 1975 è stata oggetto di numerosi studi ma el Khazen apre nuove strade esaminando dettagliatamente gli anni precedenti alla guerra. È come passare al setaccio gli anni dal 1910 al 1914 piuttosto che dal 1914 al 1918 – e c'è una grossa differenza. In un'interpretazione ben documentata, attendibile riguardo i fatti e politicamente centrata, l'autore (un professore associato di studi politici all'Università americana di Beirut) ci offre quello che diventerà sicuramente l'autorevole resoconto su un Libano che scivola verso la guerra.
Come il suo titolo suggerisce, el Khazen considera la debolezza del governo libanese come lo sviluppo centrale nel periodo che segue la guerra dei Sei Giorni. Egli si chiede perché mai lo Stato libanese sia crollato nella prima metà degli anni Settanta e poi analizza come ciò sia potuto accadere. L'autore sostiene che il Libano aveva molte qualità, essendo uno di quei rari Paesi dove la società prevale sullo Stato; era altresì insolito il suo modo di ospitare una popolazione estremamente pluralistica. Ma i primi anni Settanta sono stati anche un periodo in cui l'ideologia e la politica di massa arrivarono con l'Organizzazione per la liberazione della Palestina (Olp), i partiti politici, i sindacati e gli studenti universitari, tutti parti attive e tutti concordi sul fatto che l'ordine esistente sarebbe dovuto sparire. Dall'altro lato, in origine, furono i maroniti quelli più strettamente identificati con lo Stato. L'incapacità delle parti di trovare un terreno comune condusse alla fine a un crollo della politica e al dover ricorrere alle armi, in modo specifico sulla questione della presenza armata dell'Olp. All'inizio del 1975, queste differenze erano diventate internazionalizzate: a quel punto "una guerra civile fra due (o più) gruppi libanesi su delle questioni prettamente interne non fu possibile". Quando si tratta di valutare le responsabilità, l'autore è chiaro e preciso: "la presenza armata dell'Olp ha fatto principalmente deragliare il corso della politica libanese e ha profondamente sconvolto i rapporti settari".
El Khazen scrive bene e fa delle considerazioni complesse in modo incisivo: "Proprio come nel 1958 Camille Chamoun era il Nasser dei maroniti, Pierre Gemayel nel 1975 divenne il loro Arafat". Egli è caustico riguardo alla copertura mediatica del ruolo avuto dall'Olp nel conflitto e anche dagli studiosi occidentali a causa della loro sollecitudine a "accettare la versione palestinese della storia".