Gli osservatori attenti dell'Iran cercano da tempo di comprendere il paradosso del Khomeini anti-occidentale che ha fondato una repubblica basata su una costituzione che rappresenta la nazione attraverso le decisioni di un parlamento che è scelto da elezioni popolari – perché questi sono tutti concetti occidentali. In uno studio estremamente dettagliato e rivelatore della politica iraniana, Schirazi (un ricercatore dell'Università di Berlino) pone questo paradosso al centro della sua ricerca e fornisce una nuova e importante interpretazione delle idee che dominano l'Iran da quasi due decenni.
In particolare, Schirazi nota due contraddizioni colossali nel cuore della Repubblica islamica: un governo che apparentemente si basa sui puri principi dell'Islam sciita che di fatto trae fortemente ispirazione dalle fonti laiche occidentali del tutto estranee alla Shari'a (la legge sacra islamica); allo stesso tempo, la sua autorevolezza si fonda sull'autorità che deriva non solo da Dio, ma anche dalla volontà del popolo iraniano. L'autore mostra le radici storiche di queste contraddizioni (nel 1906 i mullah pensarono a una costituzione per rendere il governo più islamico), poi dedica la maggior parte di questo libro affascinante a trovare una soluzione pratica ai dilemmi che le contraddizioni creano e a mostrare come queste ultime plasmino la vita contemporanea iraniana. In una parola, il laico ha vinto l'islamico, Dio ha sconfitto il popolo.