La presenza di una grossa minoranza di musulmani nell'Occidente a maggioranza tradizionalmente cristiana potrebbe portare a un approfondito riesame dei testi e delle dottrine islamiche. In parte, questo è dovuto all'assoluta libertà di espressione per la prima volta a disposizione dei pensatori musulmani; in parte, ciò deriva dalle circostanze radicalmente differenti in cui essi si vengono a trovare.
Ramadan, un filosofo svizzero di nascita e specialista di Islam che insegna queste materie all'Università di Friburgo (e nipote di Hasan al-Banna, fondatore dei Fratelli musulmani), ha compiuto un importante passo verso questo riesame, scrivendo un'analisi ponderata e moderata. Alla controversa questione se l'Europa dovrebbe essere considerata come Dar al-Islam o Dar al-Harb (la tradizionale distinzione tra i territori sotto la dominazione musulmana e quelli che non lo sono, sottintendendo che questi ultimi dovrebbero essere presi con la forza), Ramadan risponde che questi concetti sono davvero superati. Piuttosto, lui propone di considerare l'Europa come Dar ash-Shahada, "uno spazio di testimonianza" entro il quale "i musulmani sono rimandati agli insegnamenti essenziali dell'Islam" in modo da poter contribuire a "promuovere il bene e l'eguaglianza dentro e grazie alla fratellanza umana" portando i punti di forza del messaggio islamico alle società di appartenenza che non sono musulmane. (In altre parole, diversamente da qualche altro autore, Ramadan non chiede la conversione dell'Occidente all'Islam.)
Per quanto riguarda la questione non meno fastidiosa se i musulmani possano essere dei leali cittadini dei Paesi occidentali, Ramadan replica dicendo che quando gli immigrati musulmani firmano un contratto di lavoro o accettano un visto, essi riconoscono "il carattere vincolante della costituzione o delle leggi del Paese in cui entrano e vanno a vivere". Salvo che il governo non contraddica in modo specifico i costumi islamici (qualcosa che succede raramente), i musulmani sono obbligati a essere dei cittadini leali e a influenzare il sistema politico in modo costruttivo. Il loro obiettivo dovrebbe essere "in Europa, ma in patria". Essere un musulmano europeo idealmente "significa interagire con la società intera". In definitiva, dovrebbe emergere un Islam europeo, pressappoco come già esiste un Islam africano o asiatico.